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- Ad ogni cosa io chiedo vita, la possibilità di esistere, e nient'altro; non dobbiamo poi giudicare se sia bello o brutto.

Il sentimento che ogni cosa creata abbia vita trascende questi due concetti ed è l'unico criterio nell'arte.

Georg Büchner

Paesaggio. Luogo di veduta. Spazio di osservazione. Scenario di riflessione. Questi lavori vogliono essere il luogo reciso in cui si è soggetti alla tirannia del veduto. Alla crudeltà della visione. Dal fondo della tela materia che si forma e s’espande. Emanazione di una espressione che si fa corpo. Si da corpo. Corpo che avanza nello spazio, che si pianta nello sguardo di chi osserva. La prima forma. L’evento originario con cui si ha a che fare, fin da principio: l’esperienza delle esperienze. L’esperienza del corpo come esperienza di sé e del mondo, di sé nel mondo. Questa esperienza è sempre anche e principalmente un’urgenza. L’urgenza di sé, del proprio atteggiamento nel mondo, come parte del mondo. Il corpo. Questa presenza primordiale, figura dell’impotenza attuale. Il corpo. Questa presenza ottusa oramai rimossa nella ricerca di una sostanza. Oggi il corpo, questo soggetto segnato da stigmate profonde, ci parla dell’assenza, originaria mancanza che rimanda a soli relitti, questi corpi espressione evidente dei nodi drammatici di questo tempo. Questo corpo dunque, attante subietto del teatrino moderno, diviene icona delle rovine della nostra società, testimone martirizzato di una cultura che ha perduto il suo dialogo col mondo, un obbligo etico.

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